Talent management 2018: quali sfide per la gestione delle HR?

Ingaggiare e trattenere i migliori talenti in azienda oggi è sempre più complesso. Lo sviluppo digitale ha cambiato aspettative e prospettive, dando alle HR l'opportunità di predisporre un talent management davvero più efficace ed efficiente.

Talent management significa gestione dei talenti che, in vario modo, hanno un ruolo significativo all’interno dell’organizzazione. Se è vero che oggi le tecnologie sono determinanti nel business è vero anche che sono le risorse umane, con le loro competenze e la loro capacità di collaborare tra loro e di applicare al meglio le tecnologie, a fare la differenza. Nell’era della trasformazione digitale, dell’Industria 4.0 e della progressiva smartificazione del mondo, dunque, identificare, trattenere e gestire le risorse umane che servono all’organizzazione è diventato molto difficile per i responsabili HR. Oggi molti lavori stanno morendo, altri lavori si stanno evolvendo, nuovi lavori stanno emergendo. In tutto questo, il gap di competenze digitali che si è venuto a creare è un problema enorme, anche a livello istituzionale. Tecnologia e digital skill, infatti, sono le chiavi dell’innovazione e del business: per questo motivo, mai come oggi, si può parlare così a pieno titolo della centralità delle risorse umane e delle competenze che le caratterizzano.

A capirlo già da diverso tempo gli analisti. “La Guerra dei Talenti non è mai finita. I manager dovrebbero costantemente ripensare le modalità con le quali le loro aziende vogliono attrarre, motivare e trattenere i dipendenti” recitava già nel 2008 una ricerca intitolata Leadership and Innovation (fonte: Leadership and innovation, The McKinsey Quarterly 2008 Nr 1).

Le tecnologie che aiutano le HR nel talent management

Una ricerca condotta dalla società di consulenza Randstad Sourceright nel 2018, racconta come per 7 aziende su 10 la tecnologia stia aiutando gli HR manager a prendere decisioni di assunzione più intelligenti. Il 68% dichiara anche che la tecnologia sta migliorando la produttività dei lavoratori. L’87% degli intervistati afferma che la tecnologia ha reso il reclutamento più semplice ed efficiente, riducendo i rischi di assunzione. Il 71% del campione dichiara che nella strategia di acquisizione dei talenti la cosa più importante è la creazione di valore rispetto alla salvaguardia dei costi. Il 77% degli intervistati afferma che la HR merita la voce all’interno delle decisioni relative alle strategie aziendali mentre l’84% dichiara che i leader più talentuosi sono figure indispensabili per preparare le aziende a gestire l’evoluzione futura.

A fronte di questi numeri, sussiste comunque una certa preoccupazione relativa alla velocità di trasformazione della tecnologia e del relativo impatto. Ad esempio, più della metà degli intervistati (51%) ritiene che il reclutamento online possa portare a una perdita dei posti di lavoro. In generale gli HR manager condividono il fatto che la trasformazione digitale si sta muovendo troppo velocemente e che la loro organizzazione sta avendo problemi a tenere il passo con i cambiamenti. Chiaramente, molti datori di lavoro stanno abbracciando l’innovazione con un certo grado di trepidazione. Ecco perché è importante capire quali sono le linee dello sviluppo, imparando a giocare d’anticipo.

Talent management: i trend del 2018

Talent management significa talent acquisition (ovvero acquisizione dei talenti) ed employee retention (che è la capacità di trattenere i dipendenti). Questi, infatti, sono e continueranno ad essere i due obiettivi prioritari nelle agende degli HR manager. Nel 2018 (e oltre). L’attenzione all’evoluzione del talent management è sotto i riflettori per diversi motivi.

Secondo gli esperti, ad esempio, è molto probabile che il gap tra domanda e offerta di giovani talenti andrà sempre più acuendosi nei prossimi anni, dal momento che la scuola e l’università sono lente ad adeguare la propria offerta formativa alle esigenze del mercato del lavoro. È dunque importante non solo che tutti possano allineare il proprio portafoglio di competenze, ma anche che le aziende possano fare talent management reperendo profili sempre più aggiornati in chiave digitale. Rispetto alla rottura dei modelli di gestione tradizionali che le tecnologie digitali hanno portato nelle aziende, infatti, il valore del talento umano rimane una costante.

I ricercatori di Randstad Sourceright hanno definito i 10 trend del 2018.

Top 10 talent trend del 2018

Top 10 talent trend del 2018
Fonte: 2018 Talent Trends Report – Randstad.

Traducendo i trend topic 2018 che gli analisti segnalano ai responsabili delle risorse umane si evincono 7 punti di attenzione strategici per finalizzare un talent management davvero efficace:

1) Dietro a ogni business ci sono le persone

Non è più possibile distinguere strategia di business e talent management. Il che significa che nessun progetto aziendale può prescindere dalla predisposizione di un team di risorse capaci di portarlo a termine, condividendo i risultati.

2) C’è posto di lavoro e posto di lavoro

Le aspettative dei talenti più capaci continuano a crescere: lo affermano più di 7 HR manager su 10. Ma non sono più soltanto gli aspetti economici a interessare le risorse umane. Il clima aziendale e la qualità dell’organizzazione, ad esempio, così come i premi produzione, le stock option o la formazione stanno diventando fattori importanti sulla bilancia della retention.

3) La crescita individuale fattore indispensabile della crescita aziendale

Migliorare la qualità del talento diventa una priorità. Investire in corsi, forme di tutoring, piattaforme di scambio e di collaborazione capaci di velocizzare la condivisione di idee, di file e di progetti, sistemi di analisi a supporto di una nuova Business Intelligence capace di estrarre i dati che servono quando servono davvero è un altro aspetto importante che le HR dovranno risolvere rapidamente.

4) L’organizzazione deve imparare ad essere evolutiva

I datori di lavoro devono lavorare alla creazione di un vantaggio differenziale che si può declinare non soltanto nel talent management ma anche nella capacità di ragionare in prospettiva per identificare le aree di miglioramento e gli strumenti più utili alle specificità dell’organizzazione.

5) Le risorse sono sempre più flessibili e mobili

La complessità del talent management è direttamente proporzionale all’aumento dei talenti che, soprattutto negli ultimi anni, hanno imparato a essere sempre più indipendenti sia dalle tecnologie messe a disposizione dall’azienda sia dalle tradizionali logiche organizzative. La consumerizzazione dell’IT ha portato le persone a investire in tecnologie spesso migliori di quelle fornite dall’azienda e a utilizzare risorse scaricando dal cloud strumenti e applicazioni in modalità as a service, il che per la governance aziendale a volte risulta un problema non banale. Al di là dei rischi legati allo shadow IT, la flessibilità e l’agilità dei talenti che oggi possono lavorare in ogni luogo e in ogni momento ha portato le aziende a sposare lo smart working e a definire nuove politiche contrattuali.

6) Crescono le tecnologie che aiutano le HR

Intelligenza Artificiale, machine learning e roboboss portano una nuova intelligenza al talent management. Grazie a sistemi di machine learning e di AI, ad esempio, le HR possono effettuare in automatico la scansione dei curriculum semplificando la ricerca dei profili richiesti per velocizzare la fase di colloquio e selezione. Algoritmi e strumenti sempre più efficaci e autoadattanti aiutano le HR a risolvere da tempo ferie, turni e malattie, rendendo più efficace ed efficiente la gestione delle presenze. Sui roboboss ad anticipare il trend nel talent management era stata Gartner, che aveva pronosticato come entro il 2018 oltre 3 milioni di lavoratori a livello globale sarebbero stati controllati da un roboboss. Sfatando la paura di chi vede nei roboboss dei supervisori senz’anima, che andranno a sostituire progressivamente il lavoro dell’uomo, gli analisti hanno ribadito il ruolo e gli obiettivi di questo tipo di tecnologie. I roboboss possono gestire in modo rapido le ferie, i cedolini e i turni di lavoro dei dipendenti. Inoltre, sono in grado di generare report prestazionali che possono modellare la produttività dei dipendenti in tempo reale. Utilizzando i big data, possono confrontare le prestazioni dei dipendenti, incrociandoli con i dati raccolti da tutto il mondo, scoprendo tendenze e correlazioni precedentemente non rilevate per fornire informazioni che oggi mancano ai revisori. Il tutto con una prospettiva imparziale, su cui i manager umani hanno dei limiti: la loro capacità di formulare valutazioni imparziali e informate rispetto alla loro forza lavoro, infatti, quasi mai risulta così completa e documentata (a dispetto dei molti dati raccolti e archiviati). Il roboboss, invece, può tracciare e analizzare i dati più dettagliati e completi. Secondo le previsioni di Gartner: “Questi gestori di macchine intelligenti esamineranno i dati derivati ​​dalle prestazioni dei lavoratori in modi nuovi grazie alla loro capacità di scoprire relazioni e correlazioni precedentemente non rilevate, testando le loro ipotesi prima di portarle in produzione”. Dalle analisi dei costi all’assegnazione del lavoro, dalla fatturazione ai fogli di presenza, i roboboss saranno progettati per elaborare tutte le informazioni legate a uno o più processi, potendo gestire velocemente molte più informazioni di una persona. Le macchine, infatti, sono maestre nella gestione dei dati, ma non sono ancora in grado di gestire le persone, con le loro variabili emotive, comportamentali, culturali e sociali.

7) Il potere delle analisi

Le analisi diventano una componente sempre più indispensabile anche per le HR che devono capire sempre meglio i talenti, le loro aspirazioni e i loro bisogni per definire contratti e posizioni che incontrano la domanda e l’offerta. Non a caso, il 78% delle aziende intervistate afferma nel 2018 che tra gli obiettivi prioritari del talent management rientra la misurazione delle performance (dato in crescita, rispetto al 57% del 2016). Più di 8 aziende su 10, inoltre, sottolineano come le talent analytics giochino un ruolo crucciale nella ricerca, nell’ingaggio e nella fidelizzazione dei talenti.

HR sempre più agili, attente e lungimiranti

Talent management significa anche giustificare gli investimenti in formazione e dimostrare di saper tenere traccia dei risultati, misurando la qualità delle assunzioni effettuate e la loro evoluzione all’interno dell’organizzazione. Significa raccogliere informazioni importanti non solo nella fase di raccolta del curriculum vitae ma anche durante tutto il tempo in cui la risorsa rimane in azienda, per capire il livello di soddisfazione o insoddisfazione che può portare alla rottura del rapporto o a uno scarso contributo alla produttività aziendale.

Nel talent management è importante sia valutare se le tecnologie fornite ai dipendenti siano allineate alle loro esigenze di lavoro sia se l’ambiente è sufficientemente capace di generare benessere. Per trattenere i talenti più capaci, infatti, le variabili da considerare sono tante.

“La realtà è che il business digitale richiede competenze diverse, pratiche di lavoro, modelli organizzativi e persino nuovi modelli culturali – ha spiegato Marcus BloschVP Gartner Research -. Traghettare un’organizzazione a nuovi livelli di gestione e di organizzazione è difficile. Alcune organizzazioni saranno capaci di gestire il cambiamento. Le altre diventeranno obsolete e saranno sostituite da chi ha capito come fare talent management”.