
Toner e cartucce sono classificati come rifiuti speciali e, come tali, non rientrano nel normale circuito della raccolta differenziata.
L’ultima evoluzione normativa ha imposto nuove procedure amministrative. Chi non è in regola rischia pesanti sanzioni. Ecco una guida utile a capire come risolvere una gestione corretta.
Smaltimento di toner e cartucce obbligatorio per legge. Al centro della gestione operativa, la necessità di adeguamento a un’evoluzione normativa sempre più puntuale anche rispetto ai meccanismi sanzionatori per i trasgressori.
Una guida informativa in 8 pillole che aiuta a fare chiarezza e a impostare la gestione più corretta.
#1 Perché toner e cartucce non sono rifiuti normali
La stampa dei documenti, anche nell’era digitale, si conferma un’attività fondamentale per qualsiasi organizzazione. Il problema è l’impatto ambientale. I toner, in particolare, contengono una polvere finissima composta soprattutto da particelle di carbone, ossidi di ferro e resina ma anche di alluminio, acciaio, plastica e rame. Questo è il motivo per cui i caricatori di stampa esausti vanno smaltiti con attenzione, partendo dalla loro tipologia di classificazione.
A questo proposito è necessario fare riferimento al Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) che fornisce la classificazione corretta dei tipi di rifiuti (destinati allo smaltimento o al recupero) secondo quanto stabilito dalla direttiva europea. In dettaglio, i codici CER sono delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre riunite in coppie (es. 16 02 16). Un rifiuto, infatti, viene identificato in base al processo produttivo da cui è originato. L’elenco dei codici CER classifica i toner esausti come:
- Rifiuti speciali non pericolosi (cod. 08 03 18)
- Rifiuti speciali pericolosi (cod. 08 03 17).
Nel momento dell’acquisto di un toner o di una cartuccia, dunque, le aziende devono controllare la classificazione dei toner utilizzati ricavando questo tipo di informazioni dalla scheda informativa del produttore.
Attenzione, avvertono gli esperti: nel caso in cui un toner sia classificato come preparato pericoloso, anche le cartucce toner esaurite devono essere classificate come pericolose (a meno che non sia dimostrato che il contenuto di sostanze pericolose nella cartuccia esaurita sia inferiore al limite di riferimento pertinente).
#2 Smaltimento di toner e cartucce: cosa dice la normativa
Ridurre l’impatto ambientale e agire in modo consapevole è un principio virtuoso che il legislatore italiano ha preso in carico già vent’anni fa, varando una legge nota come il decreto Ronchi (Lgs 152/06 ex D.Lgs 22/97).
Disciplinare la gestione dei rifiuti, dei rifiuti pericolosi, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi, in linea con le direttive comunitarie europee, è un processo di continui adeguamenti.
Gli aggiornamenti legislativi, infatti, offrono indicazioni sempre più precise in merito alle procedure di ritiro e riciclo degli scarti nonché alla riduzione dell’impatto ambientale di alcune tipologie di rifiuti.
In merito allo smaltimento di toner e cartucce, più in dettaglio, la normativa li classifica come non assimilabili a un comune rifiuto urbano da avviare a raccolta differenziata. In particolare, con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 4/2008, le discariche comunali non possono accettare toner esausti, se prodotti da soggetti aventi partita IVA. In sintesi, non è più possibile per il Comune, a fronte dell’erogazione di un servizio integrativo di raccolta di rifiuti diversi da quelli urbani, ritirare toner e cartucce esauste.
#3 Onere di smaltimento: per chi è obbligatorio
L’onere dello smaltimento di toner e cartucce corretto deve fare capo a chi produce il rifiuto stesso. Tutti i titolari di partita IVA (senza nessuna eccezione) sono tenuti a una corretta gestione dei rifiuti speciali in cui rientrano le procedure di smaltimento di toner e cartucce.
Questo significa che è responsabile dello smaltimento corretto del rifiuto anche chi ha stampanti e fotocopiatrici a noleggio, perché il rifiuto è conseguenza della sua attività produttiva.
#4 L’importanza della documentazione di supporto del FIR
Secondo l’adeguamento del decreto legislativo 152/06 e 205/10, oltre allo smaltimento corretto di toner e cartucce, chi produce questo tipo di rifiuti deve documentare l’avvenuto smaltimento secondo le modalità previste dalla legge. Il documento a cui fare riferimento è il Formulario Identificazione del Rifiuto (FIR* vedasi al punto #6), che va conservato per almeno 5 anni.
Nel caso l’azienda abbia almeno 10 dipendenti oppure se il rifiuto viene classificato come pericoloso (codice 08 03 17), si è tenuti a compilare il MUD (Modello Unico di Dichiarazione) che tiene traccia dei rifiuti prodotti e deve essere presentato alla Camera di Commercio entro il 30 aprile di ogni anno.
Dal 2018, al fine di semplificare le procedure, il documento può essere trasformato in PDF e inviato tramite posta elettronica certificata al sito del Mud telematico.
Attenzione, dicono gli esperti: la procedura è sempre la stessa che si producano cinque toner esausti all’anno o molti di più.
#5 Smaltimento di toner e cartucce: ecco come fare
Man mano che si accumulano, i toner esausti devono essere raccolti in una eco-box per essere smaltiti obbligatoriamente allo scadere dei 12 mesi.
La legge prevede che il produttore del rifiuto sia responsabile per tutto il ciclo di smaltimento toner, che inizia dal momento in cui viene sostituito il toner e finisce nel momento in cui si ha la prova documentata del suo corretto smaltimento.
Attenzione, dicono gli esperti: la gestione dello smaltimento di toner e cartucce esauste deve essere effettuata solo da aziende iscritte all’albo e provviste di regolare autorizzazione regionale.
#6 Il ruolo dei Gestori Ambientali
I toner esausti, infatti, devono essere affidati a un soggetto autorizzato al trasporto, che deve essere iscritto all’Albo dei Gestori Ambientali come smaltitore autorizzato (Gestore). È fondamentale, dunque, accertarsi che l’azienda alla quale si affidano i toner esausti abbia tutte le autorizzazioni necessarie.
Il Gestore deve compilare il FIR in quattro copie, inviando il rifiuto all’azienda di smaltimento ed è quest’ultima che rilascia copia scritta dell’avvenuto smaltimento.
Delle quattro copie, firmate e datate, una va all’azienda e, come già detto più sopra, deve provvedere alla sua conservazione per un arco di tempo di almeno 5 anni.
L’operazione di smaltimento va poi registrata nel registro di carico e scarico che l’azienda o lo studio professionale ha precedentemente acquistato e vidimato alla Camera di Commercio competente per territorio (l’ufficio di riferimento per il registro di carico e scarico è il CCIAA).
Questo registro è un documento che deve essere attentamente compilato da parte dell’azienda o del titolare della partita IVA e serve ad annotare tutti i movimenti dei rifiuti speciali pericolosi prodotti, garantendo così la tracciabilità e la rintracciabilità dei rifiuti.
Attenzione, avvertono gli esperti: questo tipo di documento deve essere compilato entro 10 giorni dalla produzione del rifiuto.
#7 Smaltimento di toner e cartucce: sanzioni pecuniarie e penali
Uno smaltimento di toner e cartucce esauste non corretto prevede un meccanismo sanzionatorio per tutti i trasgressori di tipo economico e di tipo penale.
In particolare, le sanzioni amministrative sono così suddivise:
- Rifiuti non pericolosi: da 2600 € a 15500 €
- Rifiuti pericolosi: da 15500 € a € 93000 €
A questo si aggiunge una sanzione amministrativa accessoria per il titolare della partita IVA o amministratore delegato dell’azienda che possono rischiare un processo penale e, in caso di comprovato avvenuto reato, anche una condanna di sospensione dalla carica per un periodo che va da 30 giorni a un anno.
#8 Smaltimento di toner e cartucce: i vantaggi di terziarizzare il servizio
Trasformare l’onere dello smaltimento di toner e rifiuti in un servizio, affidando l’attività a un provider specializzato e qualificato, libera le aziende da oneri e responsabilità. In questo modo, per tutto il processo di smaltimento, che va dalla sostituzione del toner esausto fino al momento in cui si ha la prova documentata del corretto smaltimento, si ha la garanzia di una gestione sempre allineata alla conformità normativa, semplice e senza rischi, sollevando l’azienda da ogni tipo di responsabilità.
Multimedia Journalist
Ho iniziato a lavorare nel marketing come copywriter e art director. Nei primi anni ’80 ho cominciato a collaborare con tutte le nascenti riviste di informatica e Telco, appassionandomi a quei temi che sarebbero diventati parte integrante della nostra vita quotidiana. Come giornalista specializzata nell’ICT, da oltre 30 anni racconto innovazioni, problemi e strategie delle imprese nazionali e multinazionali, spiegando la convergenza tra mondo analogico e digitale.